Durante la Canadian Stewardship Conference 2013, tenutasi lo scorso settembre a Toronto, Canada, ho avuto l’occasione di conoscere Renée Gratton.

Presidente e socia fondatrice di RG Integration and Associates Inc, nel 2011, Reneè Gratton decide di fondare il CRI Council, Construction Resource Initiatives Council, un’organizzazione non-profit nata per affrontare il tema dei rifiuti da costruzione. Il CRI Council è il primo e unico partner canadese dell’UNEP (United Nations Enrironmental Programme) del GPWM, Associazione globale sulla gestione dei rifiuti.               Renée è LEED AP (LEED Accredited Professional), riconosciuta educatrice di sostenibilità nel settore industriale, scrittrice e avvocato, Consigliere del Consiglio Nazionale Rifiuti Zero, membro della Commissione Edilizia Sostenibile CSA Group, e passata Direttrice del Green Building Council Canada. La sua iniziativa, la Mission 2030 è stata riconosciuta vincente nel concorso MIT Climate Colab Gestione dei rifiuti, e le è valsa una nomination per il CTV 2013-14 Amazing People Award. Renée è anche un’ oratrice ricercata ed esperta sia in materia regionale che in organizzazioni internazionali.

Abbiamo avuto il piacere di confrontarci con Renèe sulle tematiche legate alla stewardship e all’architettura grazie all’intervista che Roberta Pietrobono, Architetto specializzato in processi di costruzioni sostenibili e membro del Comitato Tecnico Scientifico di Stewardship Italia, ha realizzato per noi.

INTERVISTA A RENEE GRATTON

Renèe Gratton

R.P.: Che cos’è il CRI Council ( Costruction Resource Initiative Council) ?

R.G.: Il CRI Council è un’ organizzazione non-profit, no-partisan indirizzata al settore dell’industria delle costruzioni, nata per creare un corpo integrato di conoscenze e guidare il cambiamento del nostro modo di vedere e affrontare le risorse e i rifiuti da costruzione. Il CRI Council ritiene che introducendo un approccio di progettazione integrata tra gli stakeholder e prendendo decisioni migliori già nelle prime fasi dei processi di progettazione/costruzione si può ridurre notevolmente il volume complessivo dei rifiuti da costruzione, e che è inoltre possibile riutilizzare, riciclare, salvare, ridurre o recuperare energia per oltre il 95% da tutti i rifiuti da costruzione e demolizione.

CRI Council

R.P.: Quale la sua Mission?

R.G.: Il primo passo del CRI Council è quello di affrontare le tendenze rovinose dell’industria delle costruzioni. La nostra iniziativa è apartitica e guidata da membri del settore della progettazione e della costruzione. Si concentra sull’utilizzo efficiente delle risorse e coinvolge più discipline tra cui designer, proprietari di immobili e gestori di risorse. Il CRI Council promuove una ricerca collaborativa, educa sui complessi temi relativi alle risorse e ai rifiuti, valuta il loro impatto e le possibili soluzioni. Il CRI Council vede i “rifiuti” come risorsa e chiede una nuova visione, su come il settore dell’industria delle costruzioni si occupa di essi. La Mission 2030 è quindi una “call to action” per l’edilizia a livello mondiale. È un’impresa rivolta ad eliminare, entro il 2030, la percentuale di rifiuti inviati in discarica prodotti dalla costruzione, ristrutturazione e demolizione, è un’iniziativa pragmatica basata su una solida base di cambiamento sui principi di gestione delle risorse.

La Mission 2030 è stata lanciata ufficialmente a Toronto il 19 Febbraio 2013 in collaborazione con la Ryerson University, il CaGBC (Canada Green Building Council), e il Greater Toronto Area Chapter ed introdotta durante l’anno in una serie di conferenze internazionali.

 Mission 2030

R.P.: Qual è la relazione tra Stewardship e architettura?

R.G.: Se usiamo la definizione di stewardship, il rapporto tra questa e l’architettura è immensa, infatti la maggior parte delle cose, tra cui gli edifici, iniziano da un concept e proseguono con il loro sviluppo. Quindi proprio come abbiamo bisogno di una gestione responsabile delle risorse e dei rifiuti, abbiamo bisogno, di una gestione responsabile anche in settori relativi all’architettura d’interni, al design, all’architettura industriale, strutturale, meccanica e relativa al contesto urbano.

R.P.: Il sistema di rating ambientale LEED® – Leadership in Energy and Environmental Design – rappresenta uno strumento idoneo alla gestione dei processi costruttivi sostenibili. Come può essere associato a Stewardship?

R.G.: Hai ragione nel chiamare LEED® strumento, ma è importante ricordare che, anche se alcuni lo definiscono come un’iniziativa di cambiamento e ciò può essere, ha, come molti altri strumenti di rating ambientale, delle limitazioni, ma può sicuramente aiutare nei processi di gestione stewardship.

R.P.:  Integrazione tra  Stewardship e Leed: quali sono i benefici e i limiti?

R.G.: Bella domanda! Entrambi hanno una lunga lista di benefici, ma rispettive limitazioni. Per farla semplice, potrei riassumere suggerendo che l’integrazione di stewardship può beneficiare la maggior parte delle comunità, guidando specifici programmi regionali, basati sulla capacità locale di cambiare. LEED®, a seconda con cosa viene confrontato, è basato su una scienza più avanzata. Inoltre è anche destinato ad una certificazione professionale di parte terza indipendente ed è molto rigida.

R.P.: Il Life Cycle  Assessmnet (Lca) rappresenta uno strumento efficace per la gestione responsabile del prodotto in tutto il suo ciclo di vita?

R.G.: Assolutamente!

R.P.: Si può parlare di Product Stewardship per i materiali da costruzione?

R.G.: Anche in questo caso, assolutamente. Questo è qualcosa che alcune industrie e regioni hanno iniziato a studiare e, in alcuni casi, a mettere in pratica. Non senza difficoltà, ma è un work in progress.

R.P.: Mission 2030 : l’adozione di approcci integrati quali Leed e Stewardship rafforza la cooperazione e il raggiungimento della Mission?

R.G.: L’integrazione è fondamentale per il successo dei programmi LEED e stewardship. Tuttavia, i nostri risultati sono che entrambi hanno bisogno di molto di più e per cominciare c’è bisogno che le società e le aziende cambino e si indirizzano verso uno stato ‘RESPONSABILE’ e, infine, rigenerato e ristorato. Sfortunatamente, i problemi degli attuali sistemi sociali / ambientali / economici sono guidati da una mentalità e da comportamenti che sono così complessi e globali, che abbiamo bisogno di più integrazione e più strumenti. Di qui, la ragione della Missione 2030 che si occupa di Cambio di Strategie di Gestione, Integrazione / Educazione, Strumenti / Assistenza, Ricerca / Tecnologia e Comunicazione.