La finanza etica in Italia

La finanza etica in Italia

La Finanza considerata Etica include tutti quei processi d’investimento che hanno come strutture di orientamento un codice che valorizza in termini assoluti i concetti di equità sociale; protezione dell’ambiente e della salute, non solo per gli stakeholders ma per un benessere che sarà possibile diffondere a tutti i cittadini.

Questa presentazione palesa l’attenzione degli strumenti finanziari etici verso la comunità.

I valori che guidano la Finanza Etica in Italia sono stati sottoscritti da quasi un ventennio all’interno di un Manifesto redatto nel 1998 dall’Associazione per la Finanza Etica.

La Borsa Italiana ha definito questo modello di investimento come un nuovo movimento che “risponde all’esigenza di fornire nuovi strumenti a quegli investitori che desiderano che la redditività del proprio denaro sia agganciata a criteri di natura sociale”. L’investimento Etico “si propone quindi di finanziare le fasce della popolazione più deboli che propongono iniziative nel campo dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile, dei servizi sociali, della cultura e della cooperazione internazionale.

L’obiettivo, oltre quello accennato in precedenza di creare un nuovo meccanismo di incentivazione verso determinate fasce della popolazione in specifici settori industriali, è anche quello di avvicinare progressivamente la finanza all’economia reale e riportare il concetto di responsabilità ad essere il punto focale nel processo di redditività.

Il Manifesto della Finanza Etica si può schematizzare in 7 punti principali:

  1. Il credito, in tutte le sue forme, è un diritto umano;

  2. L’efficienza è una componente della responsabilità etica;

  3. Non ritiene legittimo l’arricchimento basato sul solo possesso o scambio di denaro;

  4. E’ trasparente;

  5. Risparmiatori e soci sono coinvolti allo stesso modo nel processo decisionale;

  6. Responsabilità sociale e ambiente sono i criteri di riferimento;

  7. Il gestore cui è affidata l’attività deve aderire con coerenza a questi valori.

Questo quadro concettuale proposto è stato accettato dall’Unione Europea, dall’OCSE e dalle Nazioni Unite. Le Organizzazioni citate hanno anche promosso Standard Ethics come un agenzia di rating di sostenibilità.

Questa agenzia, con sede legale a Londra, opera dal 2001. Nel 2013, dopo appena dodici anni, è arrivata ad essere considerata come “la prima struttura europea attiva nell’ambito della sostenibilità a svolgere il ruolo specifico di agenzia di rating indipendente”.

La Standard Ethics ha quindi prodotto un vero e proprio approccio istituzionale al monitoraggio pubblico di alcuni indici europei classificati in macro aree. E’ stata comunemente accettata la procedura secondo cui il rating possa essere sospeso per quelle nazioni o società quotate che si discostano in modo eccessivo dai parametri.

Nel luglio del 2013 è stato anche introdotto uno Standard Ethics Italian Banks Index, che misura la qualità dela governance delle banche italiane quotate.

All’interno del case history, redatto dalla BORSA ITALIANA (e disponibile sul sito web) figurano società di consulenza, organizzazioni non governative, società diffuse su scala globale che si occupano di salvagurdia ambientale, società di microfinanza (strumento questo molto usato per incentivare il sostegno economico alle fasce più povere della popolazione), ma soprattutto un vero e proprio istituto di Credito chiamato Banca Etica, che risulta come espressione di valori ed ideologie legate a questo modello di fare business.

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All’interno dell’area Euro, il Regno Unito è senza dubbio la Stato più attivo nel settore; l’Italia si mantiene però su buoni standard di investimento al pari di Francia ed Olanda, con finanziamenti che superano il 10% del totale raggiunto in Europa ed USA.

Gabriele Mammì

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