LA GREEN ECONOMY IN ITALIA

LA GREEN ECONOMY IN ITALIA

Secondo i dati forniti da Unioncamere e Fondazione Symbola, rielaborati dal Sole24ore ed il Ministero degli Affari Esteri la green economy in Italia sta assumendo un ruolo crescente. Questo rappresenta una realtà di vanto per l’Italia che ha puntato su impatto ambientale, risparmio energetico ed il contenimento di emissioni di CO2 come le matrici del nuovo mercato sostenibile che ha già raggiunto gli € 101 miliardi annui.

Il sondaggio è stato esteso ai settori: agroalimentare, edilizia, industria chimica, produzione di energia, servizi a rete e gestione dei rifiuti, evidenziando come il mercato dell’ecosostenibile, oltre a guidare le aziende italiane verso l’internazionalizzazione abbia creato un nuovo pareggio aziendale, spesso in attivo nel 2013, per le imprese che hanno pianificato investimenti nel settore.

Nuovi prodotti e servizi sono collegati a questo fiorente mercato. Innovazione, export e redditività sono state migliorate, traducendosi anche in nuovi posti di lavoro e relativi stili di vita. Durante il primo semestre del 2014, 33.500 green start up hanno ottenuto un investimento, o pianificato di investire in prodotti e tecnologie verdi. In una classifica nazionale, il Lazio si posiziona al 4° posto con 27 mila nuove unità, mentre la Lombardia, prima, ne ha registrate 65 mila. Per l’Italia tutto questo significa una solida base sulla quale lavorare, ma la strada è ancora lunga.

Il Rapporto sulla green economy 2014, realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e dall’Enea, ha posto la sua analisi seguendo una prospettiva che indica la l’eco-sostenibilità come la ‘via maestra’ per uscire dalla crisi. Nel 2013 l’Italia si è classificata al dodicesimo posto in un ranking europeo per l’uso efficiente di energia e risorse. Il rapporto inoltre, dopo aver ascoltato l’opinione di 437 imprenditori che operano nel settore green, ha avanzato dieci misure per favorire lo sviluppo della green economy e quindi guidare lo sviluppo della produzione di beni e servizi secondo modalità ecosostenibili da parte delle istituzioni con: una riforma fiscale in chiave ecologica; un programma per migliorare l’utilizzo delle risorse e per sviluppare strumenti finanziari innovativi; investimenti in infrastrutture verdi, difesa del suolo e delle acque; un programma nazionale per l’efficienza e il risparmio energetico; lo sviluppo delle attività di riciclo dei rifiuti; il rilancio degli investimenti per le rinnovabili; programmi di rigenerazione urbana; investimenti in mobilità sostenibile; valorizzazione dell’agricoltura di qualità; un piano per l’occupazione giovanile green.

Alcuni di questi punti sono stati oggetto di discussione ed in seguito approvati dal SBLOCCA ITALIA, voluto dal governo Renzi perché una realtà così giovane e dinamica che, nel 2013 ha sostenuto il PIL nazionale per il 10% del totale, non può essere sottovalutata o, peggio, continuare ad essere ignorata.

FONTI:

Newsletter-n1-. Diplomazia Economica Italiana, Farnesina, 20gennaio2015

 Le imprese green motore della ripresa nazionale, ADN KRONOS online,   23febbraio2015

Gabriele Mammì

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